Con l'unificazione del paese
e la fondazione della XVIII dinastia da parte di Amosi I, ebbe inizio
il Nuovo Regno, un periodo di grande splendore e prosperità per l'Egitto.
Amosi ampliò i confini del Medio Regno, che si estesero al Sud fino alla
quarta cateratta e ad Est fino alla Palestina.
La capitale fu spostata ancora una volta a Tebe, città da cui era originaria
la XVII dinastia e dove aveva sede il culto del dio Ammone.
Ad Amosi succedette il figlio Amenofi I, che estese i confini dell'Egitto
in Nubia e in Palestina.
Questo faraone non preferì una piramide come sepoltura, ma si fece seppellire
in una tomba a camera scavata nelle pareti rocciose della Valle dei Re.
In quel periodo il potere dei faraoni
venne sempre più limitato da quello dei sacerdoti di Ammone, tanto che
per contrastarlo, Amenofi IV abolì il culto di Ammone e impose un nuovo
culto monoteistico, quello di Aton, il dio del sole. Cambiò anche il suo
nome in Akhenaton e si rifuggiò nella nuova capitale, Akhetaton, costruita
lungo il Nilo a 300 km a nord di Tebe.
La riforma religiosa di Akhenaton durò poco; infatti il suo successore,
Tutankhamon, riportò la capitale a Tebe, abbandonando il culto
del dio Aton e restaurando quello di Ammone.
Gli succedette Ramesse II, che viene ricordato per la costruzione e l'ampliamento
di gran parte dei monumenti di Luxor e di Karnak, dei templi di Abu Simbel.
I faraoni che gli succedettero dovettero affrontare le insurrezioni da
parte dei numerosi popoli assoggettati e combattere lo strapotere dei
sacerdoti di Ammone, dei capi dell'esercito e dei più importanti burocrati.
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